Spesso torno a leggerlo da dieciottobrumaio ...e qui lo copio
/La sinistra italiana che conosciamo è morta. Non lo ammettiamo perché
si apre un vuoto che la vita politica quotidiana non ammette. Possiamo
sempre consolarci con elezioni parziali o con una manifestazione
rumorosa. Ma la sinistra rappresentativa, quercia rotta e margherita
secca e ulivo senza tronco, è fuori scena. Non sono una opposizione e
una alternativa e neppure una alternanza, per usare questo gergo. Hanno
raggiunto un grado di subalternità e soggezione non solo alle politiche
della destra ma al suo punto di vista e alla sua mentalità nel quadro
internazionale e interno.
[...] /
/Noi facciamo molto affidamento sui movimenti dove una presenza e uno
spirito della sinistra si manifestano. Ma non sono anche su scala
internazionale una potenza adeguata. Le nostre idee, i nostri
comportamenti, le nostre parole, sono retrodatate rispetto alla dinamica
delle cose, rispetto all'attualità e alle prospettive. /
/Non ci vuole una svolta ma un rivolgimento. Molto profondo. C'è
un'umanità divisa in due, al di sopra o al di sotto delle istituzioni,
divisa in due parti inconciliabili nel modo di sentire e di essere ma
non ancora di agire. Niente di manicheo ma bisogna segnare un altro
confine e stabilire una estraneità riguardo all'altra parte. Destra e
sinistra sono formule superficiali e svanite che non segnano questo
confine. [...] Ora è un'area senza confini. Non deve vincere domani ma
operare ogni giorno e invadere il campo. Il suo scopo è reinventare la
vita in un'era che ce ne sta privando in forme mai viste. /
/(L'ultimo editoriale di Luigi Pintor, 2003)/
Non basta che le condizioni di lavoro si presentino come capitale a un
polo e che dall’altro polo si presentino uomini che non hanno altro da
vendere che la propria forza-lavoro. E non basta neppure costringere
questi uomini a vendersi volontariamente. Man mano che la produzione
capitalistica procede, si sviluppa una classe operaia che per
educazione, tradizione, abitudine, riconosce come leggi naturali ovvie
le esigenze di quel modo di produzione (Il Capitale, I, VII, 3).
/"La maggioranza dei politici, sulla base delle prove a nostra
disposizione, non sono interessati alla verità ma al potere ed alla sua
conservazione. Per non intaccare questo potere è necessario che le
persone restino ignoranti, ignoranti della verità, anche di quella
verità che riguarda le loro vite. Ciò che ci circonda è dunque un grande
arazzo di menzogne su cui ci nutriamo" /- Harold Pinter